
Una vita lunga e sana
Vivere una vita lunga e sana è un desiderio comune.
L’eterna domanda sulla durata massima della vita umana è stata oggetto di dibattiti e ricerche per lungo tempo. L’età media di un essere umano è infatti facilmente calcolabile, ma ci sono molteplici fattori esterni che possono influenzare la longevità.
Qual è il limite biologico alla nostra esistenza? Sarebbe possibile vivere per sempre?
C’è chi sostiene l’idea dell’immortalità biologica, affermando che non ci sono limiti alla durata della nostra vita, ma solo sfide pratiche più o meno insormontabili.
Alcune ricerche suggeriscono che esista invece un limite biologico e che questo possa essere calcolato. Negli anni ‘80, il limite massimo della vita umana era stimato intorno ai 100 anni. Successivamente, negli anni ‘90, questo limite venne spostato a 110, e nel 1997 Jeanne Calment sorpassò tutte le aspettative raggiungendo i 122 anni.
Recenti ricerche, condotte da genetisti dell’Università di Harvard, hanno portato ad una scoperta interessante.
È emerso che, tra i mammiferi, la longevità massima di una specie è strettamente correlata al tempo necessario affinché raggiunga la maturità sessuale: più una specie impiega tempo per raggiungere la maturità fisica, più è probabile che sia longeva. In particolare, è stato calcolato un rapporto numerico tra longevità massima e anni necessari per raggiungere la maturità sessuale, che si attesta attorno a 12,8.
Considerando che nell’uomo la maturità sessuale viene generalmente raggiunta tra i 12 e i 18 anni, questo studio suggerisce che il limite massimo di longevità per la specie umana potrebbe essere compreso tra i 150 e i 230 anni.
Un recente studio condotto dalla Gero, compagnia biotech di Singapore, ha reso noti altri risultati molto interessanti sull’argomento, suggerendo che questo limite potrebbe essere compreso tra i 120 e i 150 anni.
Per calcolarlo, i ricercatori hanno esaminato un campione di circa 500.000 individui, analizzandone il sangue e concentrandosi su due categorie di globuli bianchi e sulle differenze nelle dimensioni dei globuli rossi.
Fattori che tendono a cambiare con l’età, diventando indicatori dell’invecchiamento del corpo umano. Monitorandone l’andamento, i ricercatori hanno costruito un modello matematico.
Ciò che hanno scoperto è che, con l’avanzare dell’età, il corpo umano impiega sempre più tempo a recuperare il proprio stato originario dopo malattie o infortuni e il processo di guarigione diventa sempre più lento. Inizialmente, si fatica a raggiungere una completa guarigione, poi il livello scende al di sotto del 90%, poi dell’80%, e così via. Alla fine, il corpo non è più in grado di recuperare e semplicemente smette di funzionare.
Secondo questo studio, il nostro corpo ha quindi un timer biologico che ci concede una vita massima compresa tra i 120 e i 150 anni.
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